SOFTRUNNERS con PRO.FILE si occupa da anni dell’ottimizzazione e digitalizzazione dei processi aziendali per rendere lo scambio di informazioni in azienda e con le altre aziende rapido ed efficace, riducendo sprechi e inefficienze con lo scopo di aumentare il valore complessivo del prodotto. Ma cos’è il valore aggiunto?
Per attività a valore aggiunto (VA) definiamo quei processi che aggiungono al prodotto o servizio un valore riconosciuto dal cliente e per cui questo è disposto a pagare. La componente di tali attività dovrebbe essere sufficientemente alta per rendere il prodotto attrattivo agli occhi del consumatore ma anche remunerativo per l’azienda.
Ma da quali attività è composto il prodotto, se non tutte apportano valore?
- Attività non a valore aggiunto (NVA) ma necessarie: sono tutti quei processi indispensabili perché l’azienda funzioni e perché si possano realizzare le attività a valore aggiunto. Ed esempio: ricerca delle informazioni, produzione di documentazione a corredo, controllo manuale delle procedure, consuntivazione, attività amministrative, ecc.
- Attività non a valore aggiunto ed eliminabili: gli sprechi. Il cosiddetto “fare il lavoro due volte”, processi che potrebbero essere drasticamente migliorati o sostituiti con altri più efficienti. Esempi sono: duplicazione di parti esistenti, ripristino di errori, ricompilazione di dati ridondanti, mantenimento di doppi archivi ecc.
Entrambe le categorie possono essere oggetto di miglioramento, sebbene per le prime siano solitamente necessari progetti più strutturati in virtù dell’importanza del ruolo svolto.

La vera fonte di preoccupazione non è però il fatto che ci siano attività eliminabili/sprechi, ma la loro numerosità sul totale: le aziende eccellenti, arrivano ad un massimo del 33% di attività a valore aggiunto.
I dati che emergono dalle diverse ricerche, tra le quali quelle del prestigioso Lean Enterprise Research Center dell’Università di Cardiff, sono discordanti, per le ampie differenze tra settori e tra aziende, ma in media possiamo ritenere che le attività VA siano meno del 15% del totale, con un numero di attività NVA dell’85% suddiviso tra necessarie ed eliminabili, che da sole superano il 50%.